Le voci di fuori: i podcast del Teatro Metastasio
Teatri di guerra
Progetto speciale
Cosa significa continuare a fare teatro sotto le bombe? On-line, dal 20 febbraio, un podcast per raccontare gli spazi teatrali e le vite, le speranze e le emozioni degli artisti che continuano ad andare in scena nonostante la guerra.
Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il 24 febbraio 2022, la quotidianità di milioni di persone è stata spazzata via di colpo. Centinaia di migliaia di ucraini si sono riversati sui confini occidentali e le attività ordinarie del Paese sono cessate di colpo. Anche i teatri hanno interrotto la loro programmazione per convertirsi in rifugi per la gente in fuga. Yeva, Natalia e Yana - tre giovanissime allieve attrici - sono riuscite a raggiungere l’Italia grazie a un progetto intitolato “Stage for Ukraine”. Hanno continuato i loro studi qui da noi e hanno imparato l’italiano. Due anni e mezzo più tardi, nel giugno del 2024, hanno compiuto un viaggio a ritroso per raccontare il mondo teatrale ucraino che va avanti nonostante il conflitto.
Di cosa parla oggi il teatro in Ucraina? Cosa rappresentano per la popolazione questi spazi che, nonostante tutto, sono rimasti aperti? E cosa significa continuare a fare teatro sotto le bombe? Se lo sono chiesti Graziano Graziani e Enrico Baraldi, autori di Teatri di guerra, nell’apprendere che alcuni mesi dopo l’invasione una legge ha consentito ai teatri di riaprire e che, da allora, sono sempre pieni. Il teatro è un luogo centrale nella tradizione dei paesi post-sovietici e con la guerra – un conflitto ha anche vestito i panni di un’assimilazione culturale - lo sono diventati ancora di più. Il teatro ucraino si è così trasformato in una fucina di storie, di happening, di incontri in cui rielaborare quanto sta accadendo al fronte e nella vita di tutti i giorni. È diventato, assieme alle altre arti, uno dei pilastri su cui ripensare l’identità culturale del Paese, proiettandola oltre l’etichetta “post-sovietica”, che alle giovani generazioni sta sempre più stretta.
E poi c’è il tema delicato e doloroso del rapporto con i classici russi. Oggi vietati in Ucraina, un tempo, balletti, opere e drammaturgie erano nel repertorio di tutti i teatri. Come rapportarsi a Cechov e a ÄŒajkovskij quando un regime come quello putiniano utilizza proprio la cultura come leva per portare avanti un revanchismo dal sapore coloniale? Nello spettacolo Non tre sorelle se lo sono chiesto Enrico Baraldi, regista bolognese, e un gruppo di tre giovani attrici ucraine, tra cui Natalia Mykhalchuk. Questo podcast segue il suo ritorno a casa e quello di Yeva Sai, che lavora nella fiction Mare fuori, incrociando anche il percorso di Yana Pavlivska, studentessa all’Accademia teatrale di Venezia che ha deciso di tornare stabilmente in Ucraina. Sono loro a guidarci in un viaggio tra Leopoli, Kyiv, Odessa, Chernobyl, Charkiv e Cherson, per raccontare gli spazi teatrali e le vite, le speranze e le emozioni degli artisti che continuano ad andare in scena. Nonostante la guerra o, forse, proprio come forma di risposta ad essa.
Ascoltabile qui > https://www.raiplaysound.it/programmi/teatridiguerra
-- -- --
Il Teatro Metastasio ha attivato una sua sezione di produzione di podcast.
Un teatro che produce podcast: le ragioni che portano ad incrociare questi linguaggi sono diverse, a partire dall'utilizzo della voce – che accomuna sia l'arte teatrale che il podcast – fino alla consapevolezza che oggi un teatro pubblico è soprattutto (o dovrebbe essere) un aggregatore di storie e di estetiche in grado di dialogare con il presente, con le sue fratture. A cavallo tra podcast, racconto teatrale e radiodramma, le produzioni del Teatro Metastasio intendono mettere a frutto le competenze della scena contemporanea nel raccontare il presente, incrociandole con i nuovi linguaggi della radiofonia.
un podcast scritto e ideato da Graziano Graziani e Enrico Baraldi
prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e da Fandango Podcast, in collaborazione con Dis Film e distribuito da Raiplaysound
con le voci di Natalia Mykhalchuk, Yana Pavlivska, Yeva Sai e la collaborazione di Francesco Brusa e Karolina Chernoivan
musiche originali di Olexandr Lakhtiuk
montaggio e sonorizzazione di Alexandra Genzini
20.02 / 2025 | On-line |