Era il 1995 quando l’amministrazione comunale di Prato diede il via a Metastasio Jazz, una rassegna la cui curatela fu affidata al batterista Andrea Melani. Il festival era incentrato su un giovane trio: Stefano Bollani, Antonio Licusati e lo stesso Melani, a cui si aggiungevano di volta in volta degli ospiti prestigiosi. Il trio suonava anche alle conferenze introduttive tenute dal sottoscritto, invitato dallo stesso Melani. Nel 1999 ci fu il passaggio di testimone a chi scrive. Gradualmente, Metastasio Jazz - di recente abbreviato in MetJazz - è diventato uno dei festival più importanti del jazz in Italia: certo, di dimensioni medio-piccole, ma assai apprezzato per l’apertura stilistica e l’attenzione ai giovani musicisti.
Tra i tanti alti e gli inevitabili bassi, MetJazz ha realizzato produzioni originali, ospitato esclusive, offerto spazi ad artisti promettenti, costruendo programmi coerenti in cui si amalgamano grandi nomi e musicisti sconosciuti. Una formula che ha convinto il pubblico, che nella sua fedeltà è l’altro grande protagonista della rassegna.
Negli anni il festival si è espanso, con i concerti-aperitivo, poi diventati MetJazz Off, soprattutto grazie alle collaborazioni con tutte le istituzioni, musicali e non, più importanti della città (e fuori città). Per il trentennale, abbiamo deciso perciò di tornare a lavorare con tutti i nostri partner storici: associazioni, club, scuole, musei, cinema. MetJazz dunque raddoppia durata e concerti, si dilata da gennaio ad aprile e dilaga un po’ ovunque: per questo abbiamo ribattezzato un’intera sezione MetJazz nella città. In programma c’è anche la serie “Più giovani del festival”: musicisti sotto i 30 anni, nati quando il festival esisteva già. Anche per questo, MetJazz 30 non è tanto una celebrazione, quanto un atto di rilancio e sfida contro i tempi di crisi.
Stefano Zenni, direttore artistico