Il Purgatorio

La notte lava la mente

Il Purgatorio

A distanza di trent’anni dalla sua teatralizzazione del poema dantesco, Federico Tiezzi torna ad allestire, in modo totalmente nuovo, tre spettacoli basati sulle drammaturgie allora create da Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici.
Il progetto, triennale, avrà la sua prima tappa in questo 2021 con Il Purgatorio, il testo che elaborò per Tiezzi e la sua compagnia Mario Luzi, uno dei più grandi poeti della seconda metà del Novecento.

Tiezzi ha scelto di iniziare dal Purgatorio perché è la cantica dell’amicizia e dell’arte: i personaggi sono soprattutto musicisti, pittori e poeti, l’arte è ciò di cui si discorre, l’arte è forse la strada della salvezza. La cantica dibatte problemi di poesia e di fede, di legami di fraternità e di attività artistiche. Tutto prepara al grande incontro con Beatrice nel Paradiso Terrestre, dove la fanciulla amata da Dante, maternamente lo rimprovererà per aver perduto la «diritta via» della conoscenza.

Il Purgatorio è anche la cantica della speranza: quella speranza di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa, quella speranza che è volontà di un mondo diverso e anelito e movimento verso una migliore coscienza della realtà. Quella speranza che è trasformazione e aspirazione al bene.

Nel Purgatorio, come scrive Luzi «esiste il tempo», nel Purgatorio splende lo stesso sole che illumina la terra abitata: e le notti succedono ai giorni, i tramonti alle albe, mentre le anime parlano della vita passata con la nostalgia e la dolcezza di personaggi beckettiani. Sembra di essere ancora nello spazio storico dell’uomo, sulla Terra, ma toccato dalla grazia divina che dà alla vita, nella sofferenza quotidiana, dolcezza e appunto speranza. 

In questo luogo dove il tempo esiste (mentre nelle altre due cantiche c’è solo l’eternità della sofferenza o della beatitudine) il poeta, affaticato, può ben pensare di addormentarsi e di sognare. Ed è la presenza dei sogni a fare una delle peculiarità di questa cantica, che si distende nella regia di Tiezzi come una grande seduta psicanalitica.

Le altre due cantiche, che hanno rispettivamente la drammaturgia di Edoardo Sanguineti (Commedia dell’Inferno. Un travestimento dantesco) e di Giovanni Giudici (Il Paradiso. Perché mi vinse il lume d’esta stella), impegneranno il regista e la sua compagnia nel 2022 e nel 2023.

Scrive Tiezzi: «La visione del mondo e dell’uomo che ci si offre dalle pagine della Commedia, opera che contribuisce alla nascita della cultura europea, nel punto di snodo tra l’evo antico e quello moderno, è tra le più vaste e profonde della letteratura di ogni tempo, nella sua consapevole capacità di abbracciare con l’umano tutta la realtà. Le radici della nostra cultura – filosofia, etica, estetica, politica, teatro – affondano nel poema. La poesia di Dante coglie e tramanda lo spirito profondo di quella cultura nella quale l’Europa ancora attinge le ragioni interiori del suo stesso esistere. Con questo lavoro vorrei mostrare come Dante non sia solo il teologo, il moralista, il politico che negli anni di scuola ci è stato mostrato: ma anche l’appassionato ricercatore di quella che lui stesso chiama l’umana felicità, cioè la piena realizzazione dell’uomo.»

Lo spettacolo, cofinanziato e patrocinato dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, sarà realizzato in coproduzione da Associazione Teatrale Pistoiese, Fondazione Teatro Metastasio, Compagnia Lombardi Tiezzi, Campania Teatro Festival, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale; in collaborazione con l’Accademia della Crusca, l’Università per Stranieri di Siena, l’Opera di Santa Croce, l’Opera di Santa Maria del Fiore, la Certosa di Firenze/Comunità di San Leolino e Fondazione Sistema Toscana/Manifatture Digitali Cinema Prato; con il sostegno del Ministero della Cultura e con il contributo della Regione Toscana e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

 

 

di Mario Luzi
drammaturgia Sandro Lombardi e Federico Tiezzi
regia Federico Tiezzi
scene Marco Rossi
costumi Gregorio Zurla
luci Gianni Pollini
regista assistente Giovanni Scandella
scenografa assistente Francesca Sgariboldi
canto Francesca Della Monica
movimenti coreografici Cristiana Morganti
con Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti, Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin

spettacolo cofinanziato e patrocinato dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri
produzione Associazione Teatrale Pistoiese, Teatro Metastasio di Prato, Compagnia Lombardi Tiezzi, Campania Teatro Festival, Teatro di Napoli - Teatro Nazionale
in collaborazione con Accademia della Crusca, Università per Stranieri di Siena, Opera di Santa Croce, Opera di Santa Maria del Fiore
con il sostegno del Ministero della Cultura e con il contributo di Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

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