Vola gabbiano sogna

In scena tutto cade, nessuno resta in piedi o uguale a prima, tutti si piegano al tempo e alle necessità. Il quadro storto, le persone divise, abiti cambiati, matrimoni infelici, coppie e figli nati per necessità. Come monito il teatro rimane però lì, in piedi nel giardino e questa immortalità dei ricordi fa piangere Nina dopo due anni. Cos’è questo rumore? La neve fa rumore? È la neve o sono i pensieri tormentati di Konstantin? La neve sono i pensieri di Konstantin? E la neve è o non è il suo eterno ghiaccio interiore? Sul finale, il ragazzo sta facendo i conti con la sua tristezza, in quel momento si affida a chi gli sta dietro, non li guarda mai in faccia, non guarda Nina e non si volta mai. Viene solo a poco a poco schiacciato dal peso della neve e della sua tristezza. La luce è soffusa, Nina compare e la neve diminuisce fino a smettere. Lei è il suo sole, lei può sciogliere quel suo ghiaccio interiore. Lei però è anche quello che lo brucerà e lo farà cadere. Come Icaro.

Konstantin è giovane ed è come un fiore calpestato e poi riportato su, ma legato, bloccato. Sa dov'è il suo sole, ma non può voltarsi, ha dei sogni grandi, ma gli dicono che resterà un misero papavero in mezzo a tanti altri papaveri. È quello che è solo, perché qualcuno l'ha scritto sul suo passaporto e lui finisce per crederci. Diventa quello che gli altri dicono di lui. Finisce per vedere i suoi sogni distrutti, il suo amore perduto, perduto per quell'uomo che tanto odia perché si è preso sua madre, Nina e l'attenzione immeritata di tutti. Sii coraggioso, non permettere a nessuno di giudicarti e di svilirti, di dirti che non sei niente. Non permettere a nessuno di ridere di te. Sogna Gabbiano sogna. Ti meritavi tanto Konstantin, ti meritavi una madre e le sue carezze, non i suoi ceffoni. Ti meritavi che lei credesse nel tuo teatro, che leggesse i tuoi scritti e non che facesse finta ridendone sguaiatamente. Lei, lei che non ti ascolta e non ti vede, che non si preoccupa dei tuoi sentimenti, che vuole solo apparire bella e non sentirsi mai in colpa. Lei cerca la tua stessa accettazione, ma per ottenerla ti scavalca e ti calpesta con la freddezza del disprezzo. Ti meritavi la persona amata e una vita di successi perché hai grandi sogni e il dono della scrittura. Ti meritavi qualcuno che ti cercasse per interesse vero e sincero e non solo perché si sentiva divorare da dentro dai sensi di colpa. Lascia stare quei pantaloni che hai torturato tanto dalla rabbia, dalla tristezza e dalla delusione e vola alto, cerca le correnti migliori, esplora, piccolo Gabbiano e credi di potercela fare. Non ti arrendere piccolo Gabbiano. È vero, non ti sei arreso, ma alla fine hai sbattuto troppo violentemente e sei caduto con un tonfo sordo a terra, freddo il tuo corpo, fredda la neve.

Lucia Aliani

(in galleria: foto di Lucia intenta a scrivere e veideo di Giulia Lenzi #noifacciamoteatro durante  l'allestimento e le repliche de Il Gabbiano.  guarda come nevica .2) 

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Lucia Aliani

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