Un Gabbiano di rottura

Siamo a Jalta, nella Russia imperiale, località di vacanze, nella tenuta del burocrate in pensione Pëtr Sorin. Qui si incrociano le storie dei personaggi del dramma. Nei sonnachiosi giorni di vacanza, il giovane drammaturgo Konstantin, assieme alla fidanzata Nina, organizza per gli ospiti una recita, che però non viene apprezzata poiché troppo distante dalle “vecchie forme” del teatro tradizionale. Tra gli ospiti ci sono la famosa attrice Irina, madre di Kostantin e sorella di Sorin, e il suo amante, il noto scrittore Boris Trigorin. Irina, legata alle “vecchie forme”, sbeffeggia il tentativo del figlio di creare un nuovo modo di fare teatro, e Kostantin si infuria e si allontana. Kostantin uccide in seguito un gabbiano e lo porta come regalo a Nina, la quale ne è inorridita e turbata. Nina poi incontra Trigorin ed iniziano a parlare della vita dello scrittore. Trigorin vedendo il gabbiano cerca di farlo diventare il soggetto di un suo racconto. Tra i due si sviluppa una forte intimità e si innamorano. Quando Arkadina e Trigorin ripartono da Jalta verso Mosca, Nina decide, contro il volere dei suoi genitori, di seguire la sua vocazione di diventare un’attrice e con Trigorin si ripromettono di reincontrarsi a Mosca, dopo essersi baciati appassionatamente. Di rottura, quindi, ci parla il Gabbiano, di rottura tra la tradizione e l’innovazione, come si vede nei dialoghi tra Irina, la madre, attrice affermata e tradizionale, e Kostantin, drammaturgo agli inizi e ancora insicuro, ma anche di rottura tra diverse fasi della vita, dalla giovinezza alla maturità, come accade per Nina, che inizia la sua carriera di attrice e diviene l’amante di Trigorin; avendo avuto da lui un figlio, viene però abbandonata, cosicchè dopo la morte del bambino, per tirare avanti, lavora per due anni in una compagnia di seconda categoria.  In tutto questo periodo Nina subisce una trasformazione,  prova le amarezze della vita e perde la spensieratezza della gioventù. Alla fine resce a trovare la sua vocazione e la volontà di andare avanti: è lei il ‘gabbiano’, che prima volava libero sulle acque del lago. Nella trasposizione della Compagnia Licia Lanera si nota il grande lavoro operato per rendere al meglio il testo del copione cechoviano, uno sforzo da parte di tutti gli attori che ha intensamente toccato i presinti in sala. In particolare è da tenere in grande considerazione la performance dell’attrice Giulia Mazzarino che interpreta Nina, la quale è riuscita a far trasparire tramite la recitazione e un testo piuttosto scarno di particolari, tutto il vissuto e la maturazione avvenuta nella giovane ragazza di Jalta. Una grande celebrazione del potere della parola e del teatro.

Pietro Brunori

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