Qual è il peso delle parole?
Qual è il peso delle parole? Qual è la loro reale consistenza? Quale volume di spazio occupano, e in base a quali leggi interagiscono con noi? Abbiamo trovato, nel corso della storia, modi innumerevoli, più o meno sofisticati, per quantificare ogni aspetto della realtà. Abbiamo descritto il moto di corpi celesti di cui non riusciamo a percepire le dimensioni. Abbiamo descritto l'aspetto di particelle così piccole da essere al di là di ogni nostra possibile esperienza. Perché, dunque, non studiare la fisicità di ciò che caratterizza la nostra vita quotidiana? Perché non studiare le parole? La scienza, che nella sua pedanteria esige il massimo rigore, ci prescrive di iniziare dall'osservazione. Ebbene, osserviamo, facciamoci spettatori, nel senso letterale del termine, e osserviamo. Osserviamo Creonte e Antigone.
Entrambi sono molto generosi nell'elargire parole. Entrambi non perdono occasione di esprimere, attraverso la concatenazione di sillabe, le proprie idee e i propri sentimenti. Sono smaniosi di comunicare. Ma la loro comunicazione non sembra essere efficace. Nel parlare, vomitano un fiume di parole addosso all'interlocutore, che viene travolto dalla corrente ed è impossibilitato a rispondere. Le parole di Creonte, come quelle di Antigone, si riversano a terra, inarrestabili. Acquistano consistenza nel momento in cui vengono pronunciate. E, contrariamente alle apparenze, non costituiscono una massa disordinata. In qualche modo, le parole, come tante piccole pietre o, se preferite, tanti mattoncini, riescono ad ordinarsi in file, sovrapponendosi l'una all'altra, unite da un qualche invisibile cemento, formando, prima che possiamo rendercene conto, un muro.
Irene Cencetti
Questa è forse la più banale delle immagini, ma è ciò che emerge dall'osservazione. Con le proprie parole, Antigone e Creonte hanno costruito attorno a sé una barriera invisibile ma assolutamente reale, fisica, dotata di consistenza. Si sono creati un rifugio, in modo da proteggere le proprie convinzioni dalla minaccia di un confronto che potrebbe farle vacillare. Irremovibili nei propri principi, si sono dotati di uno scudo che inibisca le parole altrui, disperdendo il loro significato. Ma poiché le parole di cui è fatto tale scudo possiedono una consistenza, esso non li protegge solo dalle parole altrui, ma preclude ogni forma di contatto umano. Antigone e Creonte sono intoccabili, separati persino dai propri cari dalle barriere che hanno costruito, isolati e soli.
Irene Cencetti
(L'immagine è di Silvia Rafanelli)
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