IL FIORE E IL FRUTTO

“Da un po’ di tempo sto affrontando nei miei lavori la questione generazionale” - scrive Chiara in una lettera rivolta a noi ragazze e ragazzi di School of Met - “e Costruttori di Imperi, scritto da Vian nel 1957, è incredibilmente attuale in questo senso. I membri di una famiglia, ogni volta che sentono avvicinarsi un rumore non ben identificato, abbandonano le loro cose e la casa in cui vivono per salire di un piano e barricarsi in un appartamento via via più piccolo.

Pericolo invisibile, adulti terrorizzati, persone chiuse in casa costrette a modificare le proprie abitudini di vita. Il richiamo alla situazione attuale è lampante.

A questo si aggiunge il fatto che dietro i tratti di un tipico spettacolo di teatro dell’assurdo si nascondono le profondissime riflessioni di Vian sull’uomo e sul rapporto tra generazioni”.

foto di Ilaria Costanzo

L’interpretazione della regista sposta il punto di vista nell’unico personaggio adolescente della vicenda, smascherando e attualizzando i punti critici del passaggio generazionale tra padri e figli, in particolare in una scena, in cui la figlia è paragonata a un fiore, un potenziale ma anche un rischio, mentre il padre è la certezza del frutto maturo, la piena realizzazione, e di conseguenza a lui va il ruolo dominante. Il tema è proposto a School of Met per una riflessione comune: “Tutt’oggi per la società i giovani sono un ‘biglietto della lotteria’, una scommessa, e allora è normale e accettabile chiedere loro di farsi da parte. Altrimenti a chi sarebbe venuto in mente, ad esempio, di chiudere le scuole per covid e lasciare aperti uffici e fabbriche? Il punto è che in pochi vedono il problema e proprio per questo è importante parlarne”. Da questo incontro nasceranno pillole video prodotte con John Snellinberg Film in onda a Maggio su TV Prato e in seguito sui canali social MET, che, scrive ancora Chiara Callegari ai giovani adulti di School of Met - sono “l’occasione da non perdere per darvi spazio, far sentire la vostra voce e diffondere un punto di vista che rimane troppo spesso nell’ombra”.

 

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