Editoriale

La Falena, rivista cartacea progettata e scritta quando le porte dei teatri restavano chiuse, contiene approfondimenti tematici che non riguardano solo il sistema teatrale, ma ospita anche voci del panorama critico, artistico, saggistico e accademico, ricercando un politeismo di approcci e la coabitazione di modi diversi di ritrarre e di narrare. Ogni numero contiene un’estesa sezione monografica intorno alla quale sono convocati diversi sguardi perché lo sviscerino, mostrandone i bagliori, i riflessi, le angolazioni impreviste. 

Il dossier di questo numero s'intitola Stato di cattività. Materiali per la ripartenza e ha chiesto a poeti, artisti, giornalisti e operatori ipotesi di cambiamento possibili, inedite prospettive di futuro. Prima e dopo la sezione monografica troverete le rubriche, che portano all’estero e presso i margini, le periferie e i luoghi più appartati della scena; che alternano il taccuino personale e la memorialistica, il trovarobato libresco e il disegno; che dicono anche di fotografia, cinema, musica, serie-tv.

Lo slancio con cui il Metastasio ha prodotto una rivista cartacea come La Falena, che non è un house organ della Fondazione, coincide con l’amore che tutti noi nutriamo per quest’arte e quest’esperienza che chiamiamo “teatro”. A chi parla, quindi, La Falena? A chi trova questa rivista nei pressi di un botteghino, all’interno di un foyer, all’ingresso di sala – certo – ma col tempo La Falena vorrebbe andare ‘altrove', adagiandosi ai banchi di un liceo, tra i volumi di una libreria indipendente, sugli scaffali di una biblioteca di quartiere. E, ‹‹con le sue ali piccole››, ma ‹‹di gran lena››, là e poi ‹‹ancora più in là››, per dirla con Wislawa Szymborska.

Autore

Redazione

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