Alessandro Toppi

Mi sono innamorato del teatro leggendolo, durante gli anni di liceo. Tra un cattivo voto e l’altro, è stato per mezzo delle opere di Shakespeare che ho scelto di avvicinarmi al teatro. Romeo e Giulietta, in particolare. Poi Re Lear, La tempesta, Macbeth. E, di conseguenza, il teatro veduto: le regie giovanili di Antonio Latella, una recita di Luca De Filippo, l’incontro con gli spettacoli di Nekrosius e Peter Stein, l’aver saputo – d’improvviso – che esiste Enzo Moscato (una domenica pomeriggio, a Sala Assoli, investendo così le diciotto mila lire che avevo in tasca.). Più tardi mi avrebbero ri-sconvolto Emma Dante (quante lacrime dopo aver visto mPalermu!) e Mimmo Borrelli (non avevo più alcun fiato dopo ‘Nzularchia). Intanto mi ero iscritto alla Facoltà di Lettere dell’Università Federico II di Napoli, la mia città, uscendone dopo ben nove anni con una laurea in “Storia del Teatro” grazie a una tesi su Gadda e la sua Cognizione del dolore: riscrittura nascosta (neanche tanto, in realtà) dell’Amleto.

Subito le prime collaborazioni giornalistiche: con un sito web (Ateatro) che dopo due anni è sparito facendo sparire con sé tutti gli articoli fino ad allora pubblicati. Era il 2012. Luglio. A novembre, per reazione, con amici e colleghi abbiamo fondato una nuova rivista che si chiama Il Pickwick, e che è un webmagazine di cultura, critiche e narrazioni. Dal 2014 sono invece redattore di Hystrio, trimestrale di teatro e spettacolo diretto da Claudia Cannella. Da un anno circa collaboro con la Repubblica Napoli. E, da quest’autunno, co-dirigo assieme a Maddalena, Lorenzo e Rodolfo La Falena, il semestrale di critica e cultura teatrale voluto dal Metastasio di Prato. E libri nel frattempo ne ho scritti? No. Però ho scritto la premessa a Patres, drammaturgia di Saverio Tavano (la Mongolfiera editore, 2015); la postfazione al Preamleto di Michele Santeramo (Nardini editore, 2016) e la lunga nota critica che narra il Glob(e)al Shakespeare, progetto multi-spettacolare organizzato dal Teatro Bellini di Napoli (Nardini editore, 2017).

E adesso? Adesso che scrivo qui, in questo blog, attendo solo di tornare a pochi passi da un palco, a solo uno sguardo di distanza da quel teatro di cui m’innamorai – tra un cattivo voto e l’altro – tanto quanto Giulietta s’innamora di Romeo, tanto quanto Romeo s’innamora di Giulietta.                                                                                                                                   

Alessandro Toppi (Napoli; 1976). Giornalista pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Napoli (tessera n. 148401). Direttore Responsabile de Il Pickwick.it; direttore responsabile La Falena, semestrale di critica e cultura teatrale; redattore di Hystrio, trimestrale di teatro e spettacolo; collaboratore di La Repubblica - Napoli. Ha scritto articoli anche per Il Ridotto, Teatri della Diversità, Lo Stato delle Città. Curatore, per Hystrio, dei dossier speciali dedicati a Teatro e Politica e Teatro e Periferia. Ha condotto laboratori di critica teatrale presso istituzioni accademiche (Università del Salento), teatri e festival nazionali (Spazio X/Teatro Civico 14 di Caserta; Teatro Bellini di Napoli; Teatro Area Nord di Napoli; Todi Festival, Troia Festival, Festival Castel dei Mondi di Andria).

Ultime pubblicazioni: A Lamezia, ovunque, in teatro (prefazione a Patres, Saverio Tavano, La Mongolfiera Editore, 2015); Ragionando su Shakespeare, cercando Samuel Beckett (postfazione a Preamleto, Michele Santeramo, Nardini Editore, 2016); Dal Globe al Bellini. Note su un'esperienza (Nardini Editore, 2017); Lo sguardo degli attori viene da lontano (in AA.VV., Guardando i processi creativi, a cura di Maddalena Giovannelli e Lorenzo Donati, Stratagemmi Editore). 

 

Foto: Ilaria Costanzo

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