Tempo di Pasqua

IACOPONE DA TODI - LAUDE

5 aprile 2012
ore 21.00
Teatro Metastasio


 

La biografia di Iacopo Benedetti (1236?-1306), poi diventato Iacopone da Todi, è diventata leggenda: la vita libertina e gaudente, l’improvvisa conversione, la successiva vita di rigorosa povertà e di preghiera. Scomunicato da Bonifacio VIII, condannato al carcere perpetuo, rinchiuso per lunghi anni nei sotterranei del convento di San Fortunato a Todi, fu riabilitato solo alla morte del Papa nel 1303.
Nelle laude del "Giullare di Dio" c’è l’anelito divino, il contrasto delle passioni, l’ansia di redenzione. Un grande classico della letteratura italiana che ci è vicino per la forza poetica e per la modernità delle visioni di fede e di amore.

Sulla forza espressiva di una poesia arcaica e stilizzata allo stesso tempo, ho lavorato strutturando una forma narrativa dove la parola si unisce alla musica e al canto in un unico grande affresco sonoro, avvalendomi di un gruppo di giovani attori del corso di formazione del Metastasio, di un piccolo ensemble di musicisti della scuola comunale G. Verdi, e di due eccezionali interpreti, Mirio Cosottini e Monica Demuru. Mirio Cosottini che ha composto le musiche dello spettacolo, è uno dei più talentuosi performer jazz della scena musicale italiana, riconosciuto oramai da tempo dalla critica specializzata, suona la tromba e il pianoforte con lo stesso vibrante talento. Monica Demuru, cantante e attrice, vanta collaborazioni con i più importanti gruppi di teatro e musicisti italiani dalla Raffaello Sanzio a Stefano Bollani.
Massimo Luconi


IACOPONE DA TODI - biografia
Una biografia di aspetto alquanto leggendario fa morire Iacopone nel 1306 di settant’anni: date che sembrano però confortate dall’opera. Si dice che appartenesse alla famiglia todina dei Benedetti e fosse notaio; e che la sua conversione fosse provocata dalla morte, in un crollo durante una festa, della moglie, sul cui corpo fu trovato il cilicio.
Iacopone appartenne alla corrente rigoristica degli Spirituali, ne approvò l’ambasciata a Celestino V (1294), partecipò alla lotta che, alleati dei Colonna, essi sostennero contro Bonifacio VIII. Fu tra i firmatari del manifesto di Lunghezza (nell’attuale comune di Roma) che deponeva il papa e chiedeva la convocazione del concilio (10 maggio 1297), fu dei catturati a Palestrina (settembre 1298) dopo un lungo assedio e restò in carcere fino alla morte di Bonifacio (ottobre 1303). Pare vivesse i suoi ultimi anni a Collazzone presso Todi.
La teologia a cui Iacopone si rifà è una teologia non positiva ma negativa, in quanto Dio vi è definito solo per opposizione alla qualità del finito, ed è perciò non-Essere piuttosto che Essere: non ente di ragione, ma termine di azione, l’unione con Dio, tecnicamente detta "trasformazione", che è un rovesciamento della natura umana. Al tema dell’amore divino fa contrappeso nel laudario jacoponico la considerazione satirica della realtà, violentemente negata nei suoi tradizionali aspetti mondani, di cui è denunciata la caducità e vanità, e nelle specifiche tentazioni del religioso, che sono il farisaismo e la libido sciendi.
In possesso di buona cultura, fosse pure per rifiutarla, Iacopone per solito non ricorre al latino (del suo latino sono sicuri solo pochi righi, ma l’attribuzione di brevi prose ascetiche e di qualche poesia, principale lo Stabat mater, non può essere troppo velocemente respinta): ricorre, con intenzione di accusata espressività, non di rado grottesca, alla parlata dei poveri di cultura, al suo dialetto umbro.
Raccolte organiche di laude iacoponiche, dove saranno anche da rintracciare nuclei originali, furono elaborate in ambiente soprattutto francescano nel Tre e nel Quattrocento: mettere ordine nel laudario, espellerne i numerosi apocrifi, recuperare le non poche laude che corrono anonime, è stato ed è compito, arduo quanto appassionante, della moderna filologia.
Gli studi sulla mistica iacoponica hanno costretto a impostare in modo particolare, per quello che riguarda Iacopone, la problematica crociana di poesia e non-poesia: il Russo e il Casella in ispecie, con formule talvolta coincidenti ("attualità del sentire" l’uno, "attualità dello slancio mistico" l’altro), hanno messo in giusto rilievo l’inconciliabilità del poetare iacoponico con qualsiasi concezione umanistica della poesia.  
(Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini)

 

INGRESSO GRATUITO
Si consiglia la prenotazione telefonando al numero 0574/608507 oppure scrivendo all'indirizzo info@metastasio.it (dal lunedì al venerdì, 9.30-13.00 e 15.00-17.00)

PARTITURA POETICA PER MUSICA, VOCE, CANTO

con Monica Demuru
Francesco Argirò, Matteo Cecchini,
Claudia Domenici, Antonella Miglioretto

musiche originali eseguite in scena da Mirio Cosottini (piano e tromba)

con la partecipazione degli allievi della Scuola di Musica G. Verdi di Prato
quartetto di violoncelli: Giuditta Ara, Leonardo Ascione, Francesco Canfailla, Matilde Michelozzi
violinista: Pamela Tempestini

Un progetto a cura di Massimo Luconi

05.04 / 2012 21.00

INGRESSO GRATUITO

Si consiglia la prenotazione telefonando al numero 0574/608507 oppure scrivendo all'indirizzo info@metastasio.it

Dal lunedì al venerdì 9.30-13.00 e 15.00-17.00